Piena di grazia, gli ultimi giorni di Maria

Scheda tecnica:

Noam Jenkins, Pietro

Bahia Haifi, Maria

Kelsey Asbille, Zara

Andrew Hyatt, regia

Distribuzione: Minerva Pictures Group

Produzione: USA

Anno produzione: 2015

Durata: 83 minuti

 

Trama:
Nell’anno 43 dell’era cristiana, la Chiesa appena nata si trova in gravi difficoltà: predicatori che si appropriano del messaggio del Cristo per fini personali, vere e proprie eresie e lo scontro tra la tradizione ebraica e la cultura pagana sono tra le principali cause dello sbando. Pietro, il primo pontefice, sembra così tanto in balia dell’incertezza al punto di dubitare di poter procedere sulla strada intrapresa.

Troverà conforto e ammaestramento nelle parole di Maria, la madre di Gesù, ormai prossima alla morte terrena. La serenità della donna contribuirà alla ripresa del cammino della comunità in crescita…

 

Recensione:
Il film dello statunitense Hyatt è decisamente coraggioso: innanzi tutto per la scelta del tema – gli ultimi anni della vita della Madonna, dove il buio lasciato dalle fonti tradizionali è pressoché totale, e lo sbando di una comunità ai suoi faticosi esordi – e poi per la scelta dello stile narrativo, che utilizza in qualità di referenti d’introspezione elementi poco remunerativi quali primi piani continui, riprese di maniacale perfezione, dialoghi lenti e quasi reticenti e atmosfere buie.

Pur evitando con cura gli aspetti miracolistici, come quelli connessi alla dormizione e all’assunzione al cielo della Vergine (davvero troppo impegnativi), la pellicola stenta a convincere appieno: non bastano i volti troppo belli degli attori, la recitazione concentrata e le atmosfere talvolta vagamente zeffirelliane a togliere l’impressione – al di là di una sincertà di fondo di cui non si dubita neppure per un istante, dall’inizio alla fine – di una vignetta nobilmente retorica, di un cliché da figurina Liebig che aggiunge poco o nulla a una vicenda alta e misteriosa che forse non aveva alcun bisogno di essere trasposta sulla celluloide.

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